4 settembre 2019 by Team Temakrom

Odiare la plastica: scelta consapevole o moda?

Immaginate una spiaggia inquinata. Qual è il primo materiale contro cui si punta il dito? La plastica. Questa non è però la risposta che darebbe Kim Ragaert, professoressa del Centre of Polymer and Material Technologies dell’Università di Ghent (Belgio), che durante il TEDx svolto presso la Vlerick Business School ha tenuto un discorso in favore della plastica.

Ragaert sostiene l’utilizzo di questo polimero affinché non venga bandito ma valorizzato, ricorrendo anche ad un confronto con altri materiali pericolosi per l’ambiente.
Partendo da un esempio, la professoressa sottolinea come un film di plastica consente innanzitutto di estendere la conservazione del cibo e, al tempo stesso, di ridurre la quantità di risorse che servirebbero per produrlo nuovamente qualora non venisse riutilizzato. Il packaging offre dunque grandi opportunità: una minore emissione di anidride carbonica ed uno spreco inferiore di cibo. Eppure c’è chi dice “Abbasso la plastica!”.

L’esperta continua a sostenere la sua posizione attraverso un confronto diretto con altri prodotti che vengono spesso definiti sostenibili, quali la carta e il vetro.

La plastica è migliore della carta?
Numeri alla mano, facendo riferimento ai sacchetti usa e getta, emerge che la carta non è una valida alternativa alla plastica perché richiede molta più energia, oltre a acqua, terra ed alberi per essere prodotta. Per motivare la sola produzione di un sacchetto di carta si dovrebbe utilizzare ben quattro volte, dalla quinta ci sarebbe un guadagno energetico. Sappiamo però che adoperare un sacchetto di carta, spesso a contatto con alimenti umidi o bagnati, non è sempre possibile. Se si optasse per una busta di plastica, questa può essere utilizzata venti volte consecutive indipendentemente dal suo contenuto!

Il vetro è migliore della carta?
Apparentemente, partendo dal paragone precedente, il vetro dovrebbe risultare più vantaggioso rispetto ai contenitori in plastica perché il numero di volte che può essere utilizzato è decisamente superiore ad un contenitore in plastica, ma quanto costa in termini energetici e di consumo il lavaggio del contenitore per poterlo riutilizzare? Anche qui, numeri alla mano, il vetro richiede molta più energia (oltre ad acqua e prodotti chimici). Il che lo rende svantaggioso se paragonato alla produzione di un nuovo contenitore in plastica.

E’ dunque necessario concentrarsi sul divieto delle materie plastiche? A seguito dell’eliminazione, conclude la professoressa, si rischierebbe di andare incontro ad un aumento dei consumi perché, per realizzare prodotti con le sue stesse funzionalità, l’energia consumata e l’anidride carbonica emessa raddoppierebbero o triplicherebbero. Sostituire la plastica con alternative meno sostenibili non è la soluzione più efficace per risolvere il problema dell’inquinamento.

Noi di Temakrom sosteniamo quanto detto dalla professoressa Kim Ragaert: la plastica non è la “colpevole” di quanto sta accadendo nel mondo. Certo, rende più visibili i rifiuti, ma la responsabilità principale è di chi, invece di raccoglierla e riciclarla adeguatamente, resta fermo ad osservare o l’abbandona.

Ecco il video in italiano dell’intervento di Kim Ragaert:

Mettiamo a disposizione anche il video in lingua originale:

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